‘Eyedentity’, Stephane Graff

I progetti di Stephane Graff dal 1991 ad oggi possono apparire alquanto diversificati, eppure sono tutti interconnessi da un filo connettivo costituito da identità e dissimulazione. Nel 1995 iniziò una serie ancora in corso di dipinti chiamati Black Box, in cui gli occhi dei soggetti sono oscurati da un rettangolo nero. Ciò nasconde la loro identità, perché la misura e la posizione degli occhi, in relazione ad altri punti di riferimento facciali, è necessaria per il riconoscimento.

Allo stesso modo, l’ossessione verso l’identità si combina con un bisogno di realizzare lavori relativi all’anti-identità. Mentre la sua opera si ricollega alla dissimulazione, Graff paragona il processo creativo ad uno scavo nell’inconscio dove vi è qualcosa di nascosto che aspetta di essere rivelato dall’artista.

Stephane Graff's projects from 1991 to the present may appear to be quite diverse, yet they are all interconnected by a connective thread consisting of identity and concealment. In 1995 he began a series of paintings called Black Box, in which the subjects' eyes are obscured by a black rectangle. This hides their identity, because the measurement and position of the eyes, in relation to other facial reference points, is necessary for recognition.

In the same way, the obsession with identity is combined with a need to carry out work related to anti-identity. While his work is linked to dissimulation, Graff compares the creative process to an excavation in the unconscious where there is something hidden waiting to be revealed by the artist.

Includes an essay by James Putnam.